Analisi logica. Il complemento "di nutrizione" e altre follie, Il koala si nutre di foglie di eucalipto

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salvomenza
icon8  view post Posted on 4/2/2007, 20:49




Un'amica e collega che lavora alle scuole medie mi sottopone un problema causato dalla natura dell'analisi logica tradizionale. Si tratta della classificazione del complemento del verbo pronominale nutrirsi. Si pensi, ad esempio, ad una frase come (1)

(1) il koala si nutre di foglie di eucalipto

Ora, la mia amica ha dato ai suoi alunni una regola sintattico-semantica per riconoscere il complemento di specificazione: il complemento di specificazione "specifica" (se ricordo bene) un nome (non un verbo, dunque, né un aggettivo ecc.). La regola è semantica per via della funzione assegnata al complemento (specificare) e sintattica per la restrizione categoriale dell'elemento sovraordinato (solo nomi). Questa regola impedisce agli studenti di classificare il complemento di foglie di eucalipto come complemento di specificazione. Di cosa si tratta, allora? (l'analisi logica che si fa a scuola non ammette, tradizionalmente, zone d'ombra o sospensioni di giudizio, e non ammette che insegnanti e alunni propongano l'introduzione di nuove categorie, nemmeno di fronte ad aporie generate dalla stessa teoria di riferimento, come in questo caso: ogni elemento va comunque classificato con le etichette in dotazione, costi quel che costi)
Che sia un complemento oggetto? L'insegnante avverte che, in fondo, semanticamente, il complemento di nutrirsi è identico al complemento dei verbi non pronominali transitivi, come, ad es., mangiare:

(2) il koala si nutre di foglie di eucalipto
il koala mangia foglie di eucalipto

Epperò, il complemento oggetto non è mai introdotto da una preposizione, dunque anche questa seconda ipotesi è scartata.

Alla fine, allora, l'insegnante ripiega su un complemento di specificazione "anomalo". <_< (preferisce tenere saldo il principio sintattico che definisce il complemento oggetto).

Cerchiamo adesso di ragionare sulla questione, da un punto di vista diverso. Esiste assai probabilmente una soluzione ad hoc da qualche parte, in qualche libro di grammatica (tradizionale) per le scuole, magari uno più pignolo o zelante, qualcosa del tipo Accusativo preposizionale, oppure un complemento di nonsoché. Anche noi ci siamo incamminati, per un attimo, su questa strada impervia, e siamo pervenuti ad un esilarante (ma, ahimé, fin troppo realistico) "complemento di nutrizione".
Lasciamo stare, allora. Proverò, invece, a spiegare la causa dell'aporia, partendo dalla spiegazione che della frase (1) dà una grammatica scientifica, come la grammatica generativa: di foglie di eucalipto è un sintagma preposizionale selezionato dal verbo bivalente si nutre; il verbo assegna a tale sintagma preposizionale il ruolo tematico di <tema>, cioè di 'entità che partecipa ad un evento senza compiere atti di volontà' (in termini più tradizionali: 'entità che subisce l'azione').
Il ruolo tematico in questione è lo stesso che viene assegnato da verbi come mangiare al proprio argomento interno. Dunque, in pratica, quest'analisi recupera l'intuizione secondo cui il complemento di nutrirsi è "come un complemento oggetto", anche se è introdotto da una preposizione: la teoria generativa, al contrario della grammatica tradizionale, non contiene alcun principio che escluda che un complemento indiretto possa avere la stessa interpretazione semantica di uno diretto.
Si tratta di una tendenza generale: la grammatica tradizionale ammette che una stessa preposizione possa introdurre decine di complementi diversi (cioè semanticamente diversi), ma è meno disposta a consentire che la stessa funzione/interpretazione semantica realizzata da un complemento diretto sia realizzata anche da uno preposizionale. Il fatto è che la grammatica tradizionale stenta a vedere sintassi e semantica come piani (almeno parzialmente) distinti. Così, è assai riluttante nei confronti di elementi semanticamente "pieni" ma non concretamente realizzati (come i pronomi o i morfemi nulli), come anche nei confronti di elementi pronunciati, ma privi in sé di qualunque significato o funzione semantica. Il secondo caso, probabilmente, riguarda quelle che in inglese vengono chiamate dummy prepositions, come, ad es., guarda caso, of, sorella della nostra di, perlomeno nel caso del SP di foglie di eucalipto dell'esempio (1). La preposizione, in questa frase, è necessaria alla sintassi, ma non alla semantica. Non gioca alcuna parte, infatti, per quanto riguarda l'interpretazione, perché è solo il verbo nutrirsi a stabilire quale sia l'interpretazione di le foglie di eucalipto. La presenza obbligatoria della preposizione è, perlopiù, spiegata facendo riferimento alla Teoria del Caso: ogni nominale deve ricevere un caso, e i nomi non sono in grado di assegnare il caso ad altri nomi; la preposizione, invece, è in grado di assegnare caso. Perciò, se un nome seleziona un altro nome come complemento, è necessario che una preposizione intervenga fra i due nomi per assegnare caso al secondo. Quanto ai verbi, pare siano in grado di assegnare Caso soltanto i transitivi attivi, mentre i passivi e i pronominali (come nutrirsi) non sono in grado di assegnare caso ad un complemento. Ciò può spiegare anche il complemento preposizionale in (1).

Andiamo adesso alla conciliazione cui fa riferimento il titolo del forum.
Complemento oggetto, nella grammatica tradizionale, significa 'SN selezionato da un verbo', ma anche, allo stesso tempo, ruolo tematico di tema/paziente (o 'oggetto'). Complemento oggetto e complemento diretto, dunque, coincidono. E coincidono anche con <tema/paziente>. Questo, come abbiamo visto, però, è contraddetto dai dati empirici. Una possibile soluzione, allora, consiste nel disaggregare il concetto di complemento diretto (nozione sintattica) da quello di complemento oggetto (nozione semantica).
Direi, inoltre, ai ragazzi (è doveroso) che, in molti casi, come in quello della frase in (1), l'analisi logica tradizionale fallisce.

Edited by salvomenza - 17/11/2007, 22:10
 
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winternight
view post Posted on 17/11/2007, 16:12




...santo cielo, dopo 6 mesi non capisco più metà di quello che ho letto qua :wacko:

comunque... per la "sintassi tradizionale", di eucalipto non dovrebbe essere considerato in questo caso uno strumentale? :ph34r:

poi, sul fatto che sia introdotto da una preposizione "strana" sorvolerei con agilità :P

ma poi... anche in "lavoro di buona lena" abbiamo uno strumentale introdotto da "di"... o no?
 
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salvomenza
view post Posted on 17/11/2007, 20:40




Oddio, se non capisci tu, chi mai capirà i miei post?
Dimmi che cosa non capisci: io mi diverto a rispiegare (e comunque la spiegazione è a vantaggio anche dei nuovi). ;)

Quanto allo strumentale... direi proprio di no. Il ruolo semantico di 'strumento' è quello di col cucchiaio in io mangio la nutella col cucchiaio. (lo stesso vale per l'analisi logica tradizionale)
Che ha a che spartire con l'eucalipto che viene realmente mangiato da chi se ne nutre o con la buona lena del tuo ultimo esempio? (che semmai è un complemento di modo, identico a un avverbio di modo, come velocemente, affannosamente, operosamente ecc.).



 
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winternight
view post Posted on 3/12/2007, 20:29




Oddio... :cry:

Facciamo finta che io non sappia nulla di argomenti, alberi e strutture (cosa sempre più drammaticamente vera).


Io parto dalla considerazione che "si nutre" corrisponde a "nutre se stesso": quindi avrei "Il koala nutre se stesso di foglie di eucalipto", che confronto istintivamente con "Pippo si serve di una pala" (>"Pippo serve se stesso di una pala"). In latino, in quest' ultimo caso si parla senza dubbio di ablativo strumentale (è utor + ablativo), da cui la definizione che riprendo per nutrire. La storia di "lavoro di buona lena" nasceva da un ragionamento inespresso: a me sembra ci siano dei casi in cui i complementi di modo/strumento siano introdotti da "di", quando normalmente chiedono il "con": su questo sorvolerei con (maldestra) agilità.
 
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salvomenza
view post Posted on 4/12/2007, 00:13




Intanto, "Pippo serve se stesso di una pala" è chiaramente una frase malformata. E non difenderla solo perché ti è giovata a fare il ragionamento. Tra l'altro, non è sempre vero (e la frase malformata lo dimostra) che il "si" è un pronome riflessivo: ecco, in questo caso, ad es., (servirsi) non lo è proprio. La grammatica tradizionale chiama questo tipo di verbi verbi pronominali (a volte distinguendo tra transitivi pronominali e intransitivi pronominali) L'etichetta è usata, ad es., dal DEMAURO (che si può consultare anche online: www.demauroparavia.it)

Il confronto col latino
Utor è un verbo bivalente che seleziona (oltre al soggetto) un complemento cui impone il caso ABLATIVO. In italiano, invece, il verbo usare è sì ugualmente bivalente, significa sì la stessa identica cosa del latino utor, ma il suo complemento risulterà avere nella frase il caso ACCUSATIVO. Ora, a causa di questa differenza, si usa chiamare il primo Ablativo strumentale e il secondo Complemento oggetto, anche se nella realtà svolgono la stessa identica funzione. Per es., prendiamo un'unico evento e la sua espressione in italiano e in latino:

utor taeda (per illuminare il corridoio)
uso la fiaccola (per illuminare il corridoio)

Accetteresti davvero l'idea che la fiaccola, la stessa identica fiaccola, sia in latino uno strumento per illuminare il corridoio e in italiano, invece, non lo sia, solo perché non è un complemento preposizionale? E se non è uno strumento che cos'è? Cosa ci fa l'italiano con questa benedetta fiaccola? :B):


Il caso, allora, (e la presenza/assenza di preposizione) è una cosa; il significato (ruolo tematico) è un'altra e non c'è corrispondenza biunivoca tra caso/preposizione e ruolo. Tant'è che le grammatiche latine sono piene di tanti tipi di ciascun caso (dativo etico, d'agente, di vantaggio ecc.; ablativo strumentale, di origine, d'agente ecc.). E così anche quando cerchi una preposizione su un vocabolario italiano trovi che introduce un grande numero di complementi, poi elencati con cura.

ATTENZIONE ALLA REALE NATURA DELLE PREPOSIZIONI! Se introducono degli argomenti (= complementi obbligatori, il cui ruolo cambia in base al verbo) allora NON SIGNIFICANO NULLA. TUTTO IL SIGNIFICATO DIPENDE DAL VERBO CHE LE SELEZIONA. Quindi non possiamo usarle per prendere decisioni sul ruolo, sul significato, di un elemento (tu parli di di e di con...).

Yo pienso en ti
io penso a te

I listen to music
Io ascolto la musica

La situazione descritta da queste frasi è la stessa. Il significato, cioè, è costante. La preposizione, invece, cambia da una lingua all'altra, o si alterna allo zero. Ciò significa che non influenza in alcun modo il significato delle frasi (ma semmai la loro grammaticalità). Ci sarebbero molti altri esempi.
ciao
sm
 
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Loreamico
view post Posted on 9/2/2011, 19:33




Avrei pensato senza dubbio, appunto, al complemento di mezzo/strumento.
Nel senso che Si nutre attraverso foglie di eucalipto oppure collegando mediante il gerundio usando che si aggiusta bene in generale, come la preposizione tramite, in ogni frase strumentale.

Non vedo particolarì difficoltà a trasformare la frase in:
Il koala si nutre usando/attraverso/tramite foglie di eucalipto.
 
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salvomenza
view post Posted on 11/2/2011, 23:14




Ciao, Loreamico. Benvenuto nel forum.
Da' un'occhiata anche al mio blog: http://salvomenza.wordpress.com

Andiamo alla frase.
Per me "il koala si nutre tramite foglie di eucalipto" non significa che si nutre di foglie di eucalipto. Significa che usa le foglie per mangiare qualcosa che non viene nominato, così come noi usiamo le forchette per mangiare gli spaghetti. (prova a cercare "nutrire attraverso" su google e vedi se dopo "attraverso" viene fuori la cosa mangiata o piuttosto, appunto, qualcosa che aiuta a mangiare ma che non viene mangiato).
Il problema è che il verbo "nutrirsi" non appartiene all'italiano che usiamo tutti i giorni. Lo usiamo solo per parlare di animali, in testi di tipo scientifico (in un testo non scientifico useremmo comunque "mangiare", no?).

Ti ripropongo la coppia "nutrirsi/mangiare"-
confronta queste frasi
1 io mangio gli spaghetti
2 io mi nutro degli spaghetti

La sorte degli spaghetti non è la stessa? e allora come è possibile che in 1 sono un compl. ogg. e in 2 sono uno strumento?

Proviamo a metterci uno strumento vero: la forchetta.
3 io mi nutro degli spaghetti con la forchetta.

Qui "la forchetta" è lo strumento. E allora gli spaghetti?

Il problema è che tu dai valore assiomatico al procedimento proposto dal tuo libro di grammatica, e che, cioè, se è possibile trasformare una frase sostituendo una preposizione con un'altra (in questo caso "di" con "tramite"). OK, ma il significato resta uguale. Perché puoi sostituire in un sacco di casi una preposizione con un altra... se la frase continua ad avere un senso, quasi sicuramente cambia significato, no? (ho parlato con Carlo/di Carlo/a Carlo).




 
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Loreamico
view post Posted on 16/2/2011, 16:40




Be' è anche vero che 'nutrire' sia un verbo prettamente intrigante e dal punto di vista assiomatico non farebbe una piega la tesi dello strumentale. Però, come lei ha sottolineato, come significato non ci sta un graché il complemento di strumento. Mi ricorda la proposizione "Andrea ha fatto una scorpacciata di dolcetti" anche se in questo caso anche il complemento di specificazione non ci sta male. Ma non è di questo che stiamo discutendo.
Boh, non so che pensare, anche perché le mie risorse sono davero poche. A volte le preposizioni introducenti ingannano, come nel periodo 'È tempo di...' che convenzionalmente introduce una soggettiva, ma che assiomaticamente appare come una dichiarativa (È tempo...di che cosa?).
 
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salvomenza
view post Posted on 17/2/2011, 14:10




Ecco, scorpacciata è un nome eventivo (di queste cose nei libri di scuola non si parla, per quello che ho visto). Ed è, come dici giustamente, semanticamente equivalente a verbi come mangiare o nutrirsi.
I nomi che hanno il significato di verbi transitivi realizzano attraverso un complemento preposizionale (in questo caso "di dolcetti") quello che per i verbi è il compl. oggetto. Nelle grammatiche latine questa cosa c'è:si chiama genitivo oggettivo.
 
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view post Posted on 28/5/2023, 18:27

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Buongiorno,
credo che sia il complemento necessario del verbo "nutrire", soprattutto se usato in modo riflessivo.
Sperando di averla aiutata.
Saluto cordialmente

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